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Il Sistema Sanitario alla Prova
della Sostenibilità

La sfida del sistema sanitario oggi si chiama sostenibilità.

Si potrebbero ottenere risparmi per 150 miliardi di euro in Europa nell’arco di circa 45 anni attraverso iniziative di prevenzione dell’obesità mirate a incidere sui cambiamenti degli stili di vita. E’ quanto emerge dai risultati ottenuti dall’applicazione del modello di micro-simulazione della domanda sanitaria in Europa (Italia e altri 12 paesi) nel medio-lungo periodo, basato su strumenti statistici ed econometrici, messo a punto dal CEIS-Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con l’OCSE e sviluppato grazie al sostegno di AbbVie Italia.
Le proiezioni derivanti dall’applicazione del modello sono state raccolte in un Libro bianco, il quale riporta che a mettere a rischio la sostenibilità dei sistemi sanitari, in Europa al pari del nostro paese, concorrono  diversi fattori. I dati più recenti indicano un preoccupante aumento delle malattie croniche e il progressivo invecchiamento della popolazione. Al tempo stesso assistiamo al crescente diffondersi dei problemi legati a obesità e sovrappeso in più della metà dei paesi OCSE. L’effetto combinato di questi elementi determina una forte pressione sulla spesa e pone seriamente a rischio la tenuta dei sistemi sanitari, tanto che secondo l’OCSE riuscire a prevedere l’evoluzione futura della spesa sanitaria è una delle sfide cruciali di tutti i paesi industrializzati e suggerisce quindi l’adozione di modelli di previsione.
Non meno importanti sono i risultati ottenuti dall’applicazione del modello per stimare la domanda sanitaria, anche in assenza di interventi specifici. È il caso dell’altra simulazione operata per la  valutazione delle prevalenze della non autosufficienza, da cui emergono dati interessanti e utili alla programmazione. Nei prossimi anni in Europa e Italia si  osserva un trend crescente in queste prevalenze, soprattutto per coloro che sono affetti da 3 o più forme di impedimenti/invalidità. Questi dati hanno una ricaduta importante su indicatori quali l’aspettativa di vita passata in assenza di disabilità a 50 anni. Ciò conferma che nei prossimi anni  vi sarà un’espansione della disabilità, solo in parte determinata dall’invecchiamento della popolazione e che quindi si ridurranno gli effetti positivi registrati in termini di aumento dell’aspettativa di vita.

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